Vita da pediatra!
nunzia mele
Amo la mia professione perché profuma di bambini!!!! Oggi in studio la prima fragranza che ha creato immediatamente una connessione con le aree dove hanno sede le emozioni ( amigdala e ippocampo ) ha nome Matteo . “ Quanti anni hai Matteo ? “, chiedo, e lui con tono deciso risponde “Tre! “- ed andando via dice a chi sta per entrare, con uno sguardo birichino, “ Io ho già fatto la visita! “ A fine serata l’ultima fragranza, speziata, ha nome Stella ed ha percorso tanta strada prima di giungere fino a me. Ha solo 4 mesi ed una mamma molto bella, Afghana. I grandi occhi di Stella , che portano con se il profumo di cedri e ginepri, fanno svanire le contrarietà , che inevitabilmente , sono sorte durante la giornata. Ciò che rende preziosa la mia professione è l’intrecciarsi di relazioni e soprattutto l’incontro con il bambino e la sua famiglia. Ciò che la sta opprimendo , rendendo le relazioni sempre più complesse ed a volte ostili, è l’estremo formalismo a cui siamo chiamati ad attenerci. L’esempio più frustrante è l’innumerevole mole di certificazioni che devo redigere da quando le scuole , di ogni ordine e grado , hanno riaperto i battenti. Le richieste si susseguono martellanti dall’alba al tramonto sulla mail, su whatsapp ,al telefono , dal lunedì alla domenica, senza sosta. Arrivano , come un fiume in piena , anche a Lorenza , la mia insostituibile segretaria. Sono varie , molte irritanti , urticanti direi . Ne riporto solo alcune perché l’elenco sarebbe troppo lungo..... “ dottoressa gentilmente potrebbe farmi il certificato di rientro a scuola? “( qui la disputa sui 3 o 5 giorni reali o immaginari del bambino sotto e sopra i 6 anni ) “ dottoressa per il rientro a scuola dopo infezione da covid ci vuole il certificato : si , no, basta il tampone ?”
( dubbio amletico ) “dottoressa dobbiamo andare in crociera serve il greenpass” “ dottoressa a scuola è attiva la mensa , lei sa che il mio bambino è intollerante al lattosio, è celiaco , non mangia i formaggi ne’ i piselli ( ad ognuno la sua pena ), deve farmi il certificato”
“dottoressa , lei sa che il mio bambino è delicato : non può stare vicino alla finestra aperta, deve fare un certificato”
“ dottoressa il mio bambino ha la scoliosi , non può portare lo zaino pieno di tanti libri deve fare il certificato”
E poi ci sono i certificati per la somministrazione di farmaci, per l’ora di attività’ motoria , di buona salute per l’ingresso in comunità, di idoneità sportiva per una attività extra-curricolare o per una gita .....o per scendere o salire le scale .
E l’elenco potrebbe continuare all’infinito , ma voglio fermarmi qui per non tediare.
Voglio finire con il pensiero rivolto agli occhi di Stella , la piccola bambina Afghana , appena giunta allo SPRAR di Rovito dove ci sono ragazzi che hanno mani tese e aperte all’accoglienza.
Ragazzi che fanno dimenticare la scartoffie che soffocano la bellezza delle relazioni !
Thanks!
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