L'IMPORTANZA DEL BILINGUISMO
CHIARA ORRICO
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Perché iniziare così presto a conoscere una nuova lingua?
Perché per i bambini è molto più facile! Già pochi mesi dopo la nascita infatti i bambini possiedono un’elevatissima capacità cerebrale, aiutata dalla propensione ad un apprendimento adattabile e senza filtri che si esplicita ancor meglio nell’acquisizione di un nuovo linguaggio. Questo senza calcolare l’eccellente memoria e una capacità d’imitazione tipica delle più piccole fasce d’età. Una vera e propria predisposizione innata che abbiamo tutti appena nati!
Nello specifico, studi hanno dimostrato che fino ai 3-4 anni di età il cervelletto del bambino apprende e fissa i suoni riuscendo a distinguerli per ciascun idioma.
Gli input che riceviamo sin da piccoli sono importantissimi per la conoscenza delle lingue.
Non è importante, quindi, che il bambino sappia già leggere e scrivere per iniziare ad imparare una lingua straniera come l’inglese perché, nei primi anni di età il bambino familiarizza con i suoni dell’altra lingua riuscendo a percepire la distinzione tra i suoni della sua lingua madre e quelli dell’altra che sta imparando: un processo importantissimo per l’apprendimento.
L’apprendimento precoce di una lingua è caratterizzato proprio da un processo meccanico-sensoriale automatico nel cervello del piccolo.
Successivamente, dai 6 anni in poi all’incirca, la capacità di apprendimento non è così automatica e naturale come nei primi anni, ma diminuisce. Questo elemento ci spiega l’importanza di iniziare sin da subito a far entrare in contatto il bambino con una seconda lingua perché iniziare da zero, da grandi, costa molto più tempo e fatica.
2 consigli per facilitare l’apprendimento dei nostri piccoli
• Affiancare sempre il piccolo nell’apprendimento: il dialogo e la ripetizione dei vocaboli aiuterà il bambino a memorizzare. Un ottimo modo è quello di guardare insieme libri in lingua inglese.
• Mettere il bambino costantemente a confronto con l’altra lingua per abituarlo giorno dopo giorno a prendere familiarità con nuovi suoni e nuovi vocaboli.
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Chiara Orrico educatrice
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